Classi energetiche: come vengono classificati gli immobili e quanto possiamo risparmiare

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La classificazione energetica degli edifici è diventata ormai parte integrante di ogni processo di compravendita o affito immobiliare.

Quando si valuta un immobile da acquistare, infatti, oltre a tanti fattori quali comodità, bellezza, collegamenti e spazi funzionali, è inevitabile considerare anche quali sarebbero i costi in termini di riscaldamento invernale.

Cosa sono le classi energetiche?

Le classi di efficienza energetica sono un importante parametro che serve a valutare i consumi energetici di un edificio, soprattutto in fase di acquisto o affitto di un immobile.

Sono state create per classificare le prestazioni energetiche di case e appartamenti, sulla base di parametri funzionali e strutturali che determinano l’uso di energia elettrica.

Ma la classe energetica in sé non misura quanto l’edificio consuma, bensì valuta quanto sia “buono” l’immobile dal punto di vista termico e di efficienza energetica.

In questi parametri che valuta, rientrano infatti la località geografica dell’edificio, l’orientamento e le caratteristiche termiche, il rapporto tra la superficie disperdente ed il volume riscaldato, la qualità energetica ed il consumo annuale.

In poche parole, la classe energetica è la certificazione del fabbisogno di energia primaria non rinnovabile dell’abitazione, cioè i consumi energetici che servono per riscaldare l’abitazione, tenendo conto del suo isolamento termico.

Quali e quante sono le classi energetiche?

Lo strumento per classificare un edificio dal punto di vista dell’efficienza energetica è l’Attestato di Prestazione energetica (APE).

Tramite questa certificazione, ad ogni edificio viene attribuita una classe, ovvero un punteggio misurato secondo precisi parametri strutturali e funzionali, per valutare quanto un edificio sia, per così dire, attento al risparmio energetico.

La classificazione si fa tramite una suddivisione svolta scala, che valuta i consumi in ordine crescente: le classi energetiche sono dieci e vanno dalla A4 alla G.

Ogni classe si caratterizza per un intervallo di consumo energetico, attraverso l’Indice di Prestazione Energetica Globale (EPgl).

Cosa indica questo parametro? Il kWh al metro quadro per anno necessario a riscaldare l’ambiente d’inverno, rinfrescarlo d’estate, produrre acqua sanitaria, ventilarlo ed illuminarlo.
Ecco la scala di classificazione energetica degli edifici e le relative fasce di consumo:

  •   Classe A4: minore o uguale a 0,40 EPgl
  •   Classe A3: maggiore di 0,40 EPgl e minore o uguale a 0,60 EPgl
  •   Classe A2: maggiore di 0,60 EPgl e minore o uguale a 0,80 EPgl
  •   Classe A1: maggiore di 0,80 EPgl e minore o uguale a 1,00 EPgl
  •   Classe B: maggiore di 1,00 EPgl e minore o uguale a 1,20 EPgl
  •   Classe C: maggiore di 1,20 EPgl e minore o uguale a 1,50 EPgl
  •   Classe D: maggiore di 1,50 EPgl e minore o uguale a 2,00 EPgl
  •   Classe E: maggiore di 2,00 EPgl e minore o uguale a 2,60 EPgl
  •   Classe F: maggiore di 2,60 EPgl e minore o uguale a 3,50 EPgl
  •   Classe G: maggiore di 3,50 EPgl

Classe A4, A3, A2, A1: Hanno un impatto energetico quasi pari a zero, quindi senza sprechi.Le abitazioni in classe A4 hanno un isolamento termico ad altissima efficienza ed un impianto di riscaldamento e raffreddamento all’avanguardia (che possono essere abbinato anche allo stesso tempo all’utilizzo di font rinnovabili).
Inoltre, la classe energetica A+ è fra le più virtuose anche grazie ai benefici che apporta all’ambiente, in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Classe B: I consumi sono molto bassi. In classe B rientrano molte abitazioni di nuova costruzione che hanno subito una consistente riqualificazione energetica, contraddistinte da una buona coibentazione e con serramenti che isolano adeguatamente.

Classe C: Si va verso una buona efficienza. In classe C si trovano di solito immobili ristruturatti e che sono stat migliorati a livello energetico, ad esempio installando una caldaia a condensazione o isolando il sottotetto.

Classe D: L’efficienza è migliorabile. Le abitazioni in classe D sono generalmente recenti, con consumi compresi tra 70 e 90 kWh/mq all’anno.
Dalla classe D in giù sono valutabili con più convenienza degli interventi di riqualificazione energetica.

Classe E: La classe E è una delle classificazioni più comuni e diffuse, soprattutto per gli edifici costruiti 30/40 anni fa, che non hanno un adeguato isolamento termico, hanno muri esterni senza cappotto e infissi non idonei, e che quindi producono consistenti perdite energetiche e dispersione termica.

Classe F: Le abitazioni in classe F hanno consumi molto elevati, compresi tra 120 e 160 kWh/mq all’anno, il triplo rispetto alla classe A.
Si tratta per lo più da edifici costruit tra gli anni ‘70 e ‘80, mai ristrutturati o riqualificati, con impianto di riscaldamento molto vecchi e non più effcienti, infissi usurati e poco isolamento termico.

Classe G: È la classe energetica più inefficiente. Anche questa molto diffusa e tipica delle abitazioni in muratura senza coibentazione.
Questa inefficienza energetica porta a spendere anche 10 volte in più rispeto ad una casa in classe A, per i consumi energetici.

Gli interventi per migliorare un’abitazione in classe G sono per esempio le opere strutturali dell’involucro (come infissi e coibentazione) e l’installazione di nuovi impianti di riscaldamento.

Certificazione energetica: quanto costa e a chi richiederla

Se avete intenzione di vendere o affittare un immobile e non avete una certificazione energetica, o sono trascorsi più di 10 anni dall’ultima, dovete richiederne una nuova, rivolgendovi ad un certificatore abilitato (in genere un architetto o altro tecnico specializzato).

E il costo della certificazione? Non si può dare un’indicazione precisa, poiché non vi è un listino valido per tutti i professionisti del settore.
Come indicazione generica, si può dire che per un appartamento classico il costo di un APE si aggira intorno ai 300 euro.

Con un appartamento in classe A+, in ogni caso, si risparmia molto in bolletta: non per niente vengono chiamati anche ad “energia zero”, avendo consumi inferiori a 30 kWh per mq l’anno, per spese annuali comprese fra i 200 e i 300 euro per 100 mq.

Il risparmio va anche a seconda delle caratteristiche dell’immobile, ad esempio gli impianti geotermici possono rinfrescare gli ambienti d’estate, consentendo di risparmiare circa 3.200 kWh l’anno.
In sostanza, l’investimento comporta un grande risparmio nel medio e lungo termine.

Acquistare un immobile ad alta o altissima efficienza energetica significa, oggi più che mai, risparmio energetico immediato ed un elevato risparmio economico nel medio e lungo termine.